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Come facciamo a sapere che un bambino soffre di ansia? I segnali che forse non avremmo immaginato

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Quasi un bambino su dieci soffre di stress – non di uno stress sano e produttivo, ma di disturbi d’ansia che rendono loro difficile vivere a casa, a scuola, in gruppo. Infatti, secondo i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), al 9,4% dei bambini di età compresa tra 3 e 17 anni è stata diagnosticata l’ansia nel periodo 2016-2019 (e i tassi potrebbero essere aumentati nell’era post-pandemia, quando studi dimostrano che la salute mentale dei bambini e degli adolescenti è peggiorata).

Il primo passo ovviamente per aiutare un bambino ad affrontare la propria ansia è riconoscerla. Ma questo non è così semplice come potrebbe sembrare, poiché si manifesta in modo diverso nei bambini rispetto agli adulti.

Alcuni dei segni?

“Tra i sintomi visibili dell’ansia in un bambino ci sono la costante ricerca di rassicurazione, il fare molte domande del tipo “e se” e la paura di fare le cose al punto da evitare situazioni ed esperienzerisponde la psicologa clinica Caroline Danda, PhD, su Popsugar.com. “Irritabilità, disobbedienza e capricci possono anche essere sintomi di ansia.”

A volte l’ansia si manifesta con cambiamenti nella routine dei bambini, come sottolinea la psicologa clinica e infermiera Kelsey M. Latimer, PhD: “I bambini non dormono bene (si addormentano tardi o si svegliano nel cuore della notte), il loro appetito cambia e non vogliono socializzare come una volta.” Possono anche soffrire di disturbi fisici come dolori addominali, dolori muscolari, mal di testa o stanchezza inspiegabile. Come se portassero un peso emotivo.

Ma come possiamo aiutare un bambino ansioso? In primo luogo, come consiglia la dottoressa Latimer, non dobbiamo essere troppo frettolosi nel dare la colpa a noi stessi, poiché ciò non significa che siamo “cattivi genitori”. Ciò che dobbiamo fare è cercare i suoi fattori. Ascoltare ciò che il bambino stesso ha da dire, con attenzione e senza giudizio. Oppure, come ha affermato l’esperto di salute mentale dell’adolescente, il Dr. Caroline Fenkel, DSW, LCSW, “anche una chiacchierata con lui mentre si condivide un biscotto può fare miracoli.”

In ogni caso non bisogna mai sottovalutare i suoi sentimenti. “La nostra reazione peggiore sarebbe dirgli che non sta succedendo nulla”, spiega il Dr. Danda. “Non è una scelta di un bambino essere stressato. “Quando usiamo anche parole come ‘devo’, facciamo sentire peggio i bambini e attiviamo le loro difese.”

Oltre a parlare, può aiutare provare insieme a loro tecniche di rilassamento con la respirazione, ma anche l’effetto benefico che ha un abbraccio, non solo per i piccoli ma anche per i più grandi, che spesso cercano di mantenere le distanze. Il punto, indipendentemente dall’età, come spiega il dottor Latimer, è creare “un ambiente sicuro che favorisca discussioni oneste”.

marieclaire.gr

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Giannini
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