Sempre più uomini sono insicuri riguardo al proprio corpo – Come acquisire più fiducia allo specchio

Una percezione negativa dell’immagine corporea, una questione un tempo considerata esclusiva delle donne, comincia ora a preoccupare un’ampia porzione di uomini, con alcuni sondaggi che stimano che più di uno su quattro (28%) trova difficile e scomodo guardarsi se stessi allo specchio.

Anche se il fenomeno sembra non tenere più conto del genere, non è così per l’opinione pubblica, per i servizi di sostegno e per gli studi, che trattano ancora il problema come una questione femminile.

Secondo Chris Stiff, docente di psicologia alla Keele University, che affronta la questione in un recente articolo su Conversation, applicare agli uomini approcci terapeutici e azioni di sostegno modellate dall’esperienza femminile non è una soluzione, “poiché le preoccupazioni per l’immagine corporea differiscono per genere. Per le donne, i problemi relativi all’immagine corporea derivano dalla pressione a conformarsi allo standard del “corpo magro”. Per quanto riguarda gli uomini, molti si sentono sotto pressione dal bisogno di essere muscolosi, apparire magri o atletici.”

Un approccio terapeutico all’immagine corporea negativa chiede agli individui di criticare gli schemi del corpo magro per ottenere gradualmente il suo indebolimento. Come spiega Stiff, quasi tutti gli studi che hanno valutato l’efficacia del trattamento si sono concentrati sulle donne. Allo stesso tempo, si tratta di metodi dispendiosi in termini di tempo che potrebbero richiedere il completamento di più sessioni.

Due strategie di coping

Attraverso la ricerca sono emerse due strategie promettenti per affrontare il problema.

Il primo si concentra sul miglioramento dell’alfabetizzazione mediatica, in particolare sulle piattaforme di social networking, dove l’esposizione dell’utente a immagini di corpi ideali si è rivelata gravosa per la salute mentale di uomini e donne.

Secondo Cliff, l’alfabetizzazione mediatica implica educare le persone su ciò che è reale tra ciò che viene mostrato sui social media, su come le foto possono essere manipolate digitalmente e fatte apparire, ad es. attraverso l’illuminazione artificiale o l’utilizzo di modelle professionali che sanno pose lusinghiere. “Migliorando l’alfabetizzazione mediatica, migliora la capacità di una persona di affrontare in modo critico ciò che vede online.”

Il secondo strumento utile è la ristrutturazione cognitiva, un approccio psicoterapeutico che chiede alla persona di identificare i pensieri negativi su se stessa, sugli altri o sulla vita in generale e cercare di sostituirli con altri più positivi.

Ad esempio, qualcuno potrebbe paragonarsi al modello formoso che vede sui social media e provare sentimenti negativi riguardo al proprio corpo. Secondo Cliff, è qui che entra in gioco la ristrutturazione cognitiva per addestrarlo a vedere di persona se è giusto paragonarsi a un modello professionale in modo da poter indebolire i pensieri negativi.

Maggiore sicurezza davanti allo specchio

La ricerca di Cliff e dei suoi colleghi è giunta a conclusioni che hanno confermato i metodi di cui sopra. Nell’ambito dell’esperimento, un gruppo di uomini è stato formato sull’alfabetizzazione mediatica e ha partecipato a sessioni di ristrutturazione cognitiva. Hanno poi catturato la conoscenza e l’esperienza acquisita dal processo in presentazioni di diapositive, con l’obiettivo di informare il pubblico su come i social media possono distorcere la loro immagine corporea.

In un secondo esperimento, i ricercatori hanno mostrato immagini di corpi ideali a 514 uomini di età compresa tra 18 e 73 anni. Coloro che avevano guardato le diapositive dei partecipanti al primo esperimento sembravano essere meno colpiti dalle fotografie, avendo acquisito una sorta di “immunità” agli effetti della visione di corpi impeccabili.

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