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Decine di tonnellate di arance, limoni e altri frutti provenienti dalla Turchia contaminati da pesticidi hanno raggiunto i negozi

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Decine di tonnellate di agrumi e altra frutta e verdura contaminata da pesticidi sono arrivate nei negozi della Romania, alla vigilia delle festività.

Gli agrumi sono nella lista della spesa di molte persone in questo periodo dell’anno. Ma le autorità hanno scoperto decine di tonnellate di agrumi contaminati da pesticidi. Il direttore generale dell’ANSVSA, Mihai Ponea, ha dichiarato a Digi24 che negli ultimi due giorni è stato accertato l’arrivo in Romania di 20 tonnellate di limoni, uva e mandarini contenenti pesticidi.

La presenza di pesticidi non può essere vista ad occhio nudo. Proprio per questo motivo, all’ingresso nel Paese, vengono effettuati controlli riguardanti i residui di pesticidi ed esami di laboratorio. Questi campioni vengono raccolti attraverso il punto di ingresso unico in Europa. Attrezzature speciali sono quelle in grado di rilevare la presenza di pesticidi. Se i prodotti raggiungono i negozi, i consumatori non possono rilevare i prodotti contaminati.

Un mese fa il capo dell’ANSVSA aveva dichiarato ad Agerpres che un grosso problema per i servizi veterinari in Romania sono le importazioni di frutta e verdura dalla Turchia, che spesso portano prodotti contaminati da pesticidi.

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“Quest’anno abbiamo affrontato una grande sfida anche nel settore della frutta e verdura contaminata da pesticidi, proveniente dalla Turchia. Il 90% di ciò che entra in Romania e di ciò che va in Europa con frutta e verdura proviene da questa zona”, ha affermato Ponea. “Stiamo parlando di agrumi, arance, melograni, limoni, pere, prezzemolo. La Turchia preoccupa ed è per questo che abbiamo proposto alla Commissione Europea la modifica del Regolamento 1793 per aumentare la percentuale di raccolto e vietare l’immissione sul mercato di spedizioni di frutta e verdura finché non avremo garantito che non siano contaminate da pesticidi”.

L’esperto afferma però che la Romania non effettua sufficienti controlli, a causa della mancanza di risorse: “Purtroppo la Romania ha una leva limitata in termini di aumento della frequenza dei controlli. Possiamo invece lamentarci con la Commissione, dove ci incontriamo mensilmente con tutti gli Stati membri, dire che abbiamo una preoccupazione e chiedere un aumento della frequenza e della percentuale di raccolta dei campioni, perché un regolamento vale per le importazioni in tutta l’Ue”.

Ci sono state situazioni in cui alcuni operatori hanno ritardato la notifica alle autorità dei campioni contaminati per poter vendere i loro prodotti, e Ponea sospetta che queste situazioni fossero intenzionali.

Foto – 123rf.com

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Giannini
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