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Frode alimentare: Denunce di adulterazione del miele con miele di meliponina

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Le “api senza pungiglione” native dell’America Latina producono “miele” ideale per… l’adulterazione del miele.

Nel febbraio 2024 furono avvistati 2 casi di adulterazione del miele da parte delle autorità portoghesi. Anche se il miele veniva venduto normalmente, in realtà si trattava di “miele” di meliponine, cioè api senza pungiglione, di origine brasiliana.

Il miele come lo conosciamo in Europa è definito dal Codex Alimentarius dell’Organizzazione Mondiale della Sanità prodotto dall’ape Apis mellifera, ed è noto per le sue proprietà benefiche e il valore nutrizionale. Questa correlazione è stata dimostrata da studi scientifici che ne descrivono la composizione e le proprietà biologiche. In diverse regioni del mondo, soprattutto in America Latina, il “miele” viene prodotto e messo in circolazione dalle api senza pungiglione o meliponine, come Melipona seminigra, Oxytrigona flavelola, Melipona flavolineata, Melipona amazonica, ecc. La ricerca di standard che guideranno il commercio di questi prodotti è in corso, in quanto presenta notevoli differenze rispetto al comune miele di Apis mellifera e richiede spesso trattamenti aggiuntivi. Chiamarlo miele o mescolarlo con il miele è considerato frode alimentare.

La definizione di miele nel Codice degli alimenti e delle bevande:

Il miele è la sostanza dolce naturale prodotta dalle api della specie Apis mellifera dal nettare delle piante o da secrezioni di parti di piante vive o secrezioni di insetti succhiatori trovate su parti vive di piante, che le api raccolgono, trasformano mescolandosi con particolari sostanze del loro organismo, depositano, disidratano, immagazzinano e conservano nei favi dell’alveare, per maturare. Questa descrizione dettagliata garantisce che il miele è un prodotto naturale senza alcuna lavorazione umana e lo tutela da qualsiasi aggiunta o sottrazione.

Cos’è la meliponina “miele”?

La maggior parte degli studi sul miele sono stati condotti con il miele di Apis mellifera, poiché questa specie si è adattata a diverse regioni del mondo. Tuttavia, la letteratura esalta le virtù delle diverse caratteristiche del miele di api senza pungiglione, soprattutto in relazione al suo contenuto di umidità, al gusto distinto e all’aroma più forte (Alves et al. 2005).

Le api senza pungiglione, meliponine, api native o autoctone in diverse regioni del mondo, sono un ampio gruppo di api eusociali e mostrano una gamma di variazioni negli aspetti comportamentali, nei sistemi di comunicazione, nelle strategie di foraggiamento, nella densità di popolazione e nell’architettura dei nidi, tra gli altri (Nogueira – Netto 1997). Sono state descritte più di 500 specie di api senza pungiglione e 61 generi sono distribuiti in America Latina, Australia, Africa e Asia tropicale. L’utilizzo di tecniche di allevamento razionali, la conoscenza della flora esplorata, l’applicazione di tecniche di gestione e di nutrizione artificiale hanno consentito lo sviluppo dell’apicoltura.

Il processo di produzione del miele di Apis mellifera consiste nel togliere l’umidità dal nettare ad un certo livello che i microrganismi non riescono più a riprodurre e con questo può essere conservato per molti anni senza rovinarsi e mantenendo quasi le stesse caratteristiche di colore, sapore. aroma e proprietà fisico-chimiche. Le api rimuovono l’umidità utilizzando le ali e aggiungono enzimi con la funzione di digerire gli zuccheri e conservare il miele. Il miele viene conservato in favi fatti di cera prodotta dalle ghiandole operaie e, una volta sigillati, il miele non ha più contatto con l’aria (Seeley 1985).

Il processo utilizzato dalle meliponine è diverso. Essi disidratano il “miele” in una certa misura e dopo che è stato immagazzinato, i microrganismi, principalmente batteri del genere Bacillus e lieviti, consumeranno parte degli zuccheri e lo trasformeranno in alcol attraverso la fermentazione anaerobica e poi questo alcol verrà convertito in acido acetico mediante fermentazione aerobica. Gli zuccheri possono anche essere convertiti in altri tipi di acidi (e altri sottoprodotti) attraverso altri tipi di fermentazione non alcolica. Questo processo conferisce caratteristiche particolari al “miele” delle meliponine, che in effetti è molto specifico, poiché ogni specie di api ha un proprio microbioma e le dinamiche di lavorazione sono diverse. Inoltre l’alveare, a differenza del favo di Apis mellifera, trasferisce gradualmente gli aromi dalla sua materia al “miele” delle meliponine, creando così una specifica identità della specie.

La composizione del “miele” di meliponina dipende, tra gli altri fattori, dalle fonti vegetali da cui proviene, dal tipo di meliponine, dallo stato dell’alveare, dallo stato di maturità del miele e dalle condizioni meteorologiche durante l’intrusione. Il “miele” ricavato dalle meliponine ha come caratteristica principale l’ maggiore acidità e il più alto contenuto di acqua (umidità), il che lo rende meno denso del miele d’api comune (A. mellifera). Vengono inoltre identificate importanti differenze fisico-chimiche tra il “miele” di meliponina e il miele di Apis mellifera. C’è ancora molta strada da fare per standardizzare le specifiche del “miele” di meliponina e fino ad allora pratiche come la sostituzione e l’adulterazione del miele con il “miele” di meliponina sono possibili.

Cosa sono le meliponine?

È una sottofamiglia molto diffusa nelle zone tropicali e principalmente in Sudamerica. Sebbene non esistano nel nostro Paese, il riferimento ad essi si ritiene necessario per una completa conoscenza delle specie di api che esistono sul nostro pianeta e perché il loro contributo all’impollinazione è innegabile, considerato che erano le uniche api insieme ai bombi e ai unica specie esistente in America fino al XVII secolo, quando fu introdotta l’ape comune. Sono insetti sociali con alcune differenze nella loro biologia ed ecologia rispetto alle api comuni. Costruiscono i loro nidi sul terreno, nei tronchi degli alberi o nei termitai. Queste api sono conosciute fin dai tempi degli Inca e degli Aztechi, e gli attuali abitanti di queste regioni le tengono in strutture cilindriche di legno (O’Toole & Raw, 1991).

I generi più importanti sono Melipona e Trigona. Queste api sono chiamate senza centro non perché non abbiano il pungiglione ma perché non lo usano contro i loro nemici. Di solito infastidiscono ogni invasore entrandogli nelle orecchie, nella bocca e nel naso in gran numero, mordendoli forte e alcune specie producono anche veleno o liquido caustico che iniettano con il morso (O’Toole & Raw, 1991).

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Giannini
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