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Come veniva praticata la prostituzione nell’antichità. La storia degli affreschi di un bordello scoperti in un importante luogo storico

Come veniva praticata la prostituzione nell'antichità. La storia degli affreschi di un bordello scoperti in un importante luogo storico
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La città di Pompei è un tesoro inestimabile per gli storici che vogliono capire come fosse la vita quotidiana nell’Impero. Questo luogo incredibile fu “congelato nel tempo” in seguito all’eruzione vulcanica del Vesuvio nel 79 d.C., e tra i tanti dettagli affascinanti scoperti a Pompei ci sono diversi affreschi che mostrano come veniva vista la prostituzione nell’Impero Romano.

La storia raccontata dagli affreschi di Pompei

La storia raccontata dagli affreschi di Pompei

Secondo informazioni provenienti da , più di 2 millenni fa, la prostituzione nell’Impero Romano non solo era legale, ma era un fenomeno abbastanza comune, anche a Pompei. I rumeni anche delle classi sociali più elevate potevano usufruire dei servizi offerti dai bordelli, senza essere condannati dall’opinione pubblica, purché mostrassero moderazione e autocontrollo.

Per quanto riguarda i vari bordelli scoperti a Pompei, sembra che vi fossero degli affreschi destinati a stuzzicare la fantasia dei clienti ma anche alcuni che fungessero da sorta di manuale per i meno esperti. Tuttavia gli affreschi scoperti dagli storici non sono esattamente fedeli alla verità, e la vita per le donne che lavoravano in questi luoghi non era affatto idilliaca come le immagini in .

Come veniva praticata la prostituzione nell’antichità

Gli storici che studiarono la città scoprirono che la situazione reale non corrispondeva affatto a quella raffigurata negli affreschi riportati alla luce. Sembra che le donne che lavoravano nei bordelli della città fossero costrette a stare in celle anguste, nelle quali poteva stare solo un semplice letto. Inoltre, negli scavi effettuati dopo gli anni Cinquanta, si scoprì che queste celle, la maggior parte delle volte, non avevano nemmeno finestre, e i letti erano di legno o addirittura di pietra.

Sembra che la maggior parte delle prostitute di Pompei fossero ex schiave liberate o donne povere. Aspettavano i loro clienti in luoghi come bagni pubblici o cimiteri. E alle donne che lavoravano nei bordelli non era nemmeno permesso di uscire dall’edificio.

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Giannini
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