Invecchiamento precoce: quale tratto della personalità fa invecchiare il cuore più velocemente?
Il nostro carattere e il modo in cui reagiamo alle difficoltà della vita potrebbero influenzare il corretto funzionamento del cuore?
Sebbene lo stress sia stato associato all’insorgenza di malattie cardiache, prove più recenti indicano anche il ruolo della personalità che potrebbe scatenare emozioni negative.
Secondo un recente studio, pubblicato sull’European Heart Journal – Cardiovascolare Imaging, le persone che tendono ad essere più ansiose e irritabili possono involontariamente contribuire all’invecchiamento precoce del cuore.
Gli esperti hanno affermato che i risultati mostrano che le persone maggiormente a rischio di patologie mentali potrebbero beneficiare di un maggiore supporto nel tentativo di ridurre la possibilità di sviluppare disturbi cardiaci in futuro.
Per studiare il legame tra salute mentale e funzione cardiaca, il gruppo di ricerca guidato dalla Queen Mary University di Londra ha esaminato le scansioni cardiache di 36.309 persone, membri del database della Biobanca del Regno Unito.
Con un questionario sulla personalità che esamina i cinque tratti della personalità (Big Five) – coscienziosità, ricettività, estroversione, nevroticismo e apertura – sono arrivati ai partecipanti classificati come “nevrotici” che mostravano sbalzi d’umore, ansia, irritabilità e tristezza.
Come hanno scoperto, una maggiore tendenza verso questo tratto della personalità era associata a “ventricoli più piccoli e meno funzionali con massa ventricolare sinistra inferiore, fibrosi miocardica più elevata e rigidità arteriosa”.
Questa relazione è risultata indipendente dai tradizionali fattori di rischio per problemi cardiaci, come il fumo e l’obesità, ed era più forte negli uomini rispetto alle donne.
“Sappiamo che esistono importanti collegamenti tra salute mentale ed esiti cardiovascolari, e il nostro studio ha rivelato che cambiamenti dannosi nel cuore si osservano in persone con tratti di personalità nevrotici come ansia, depressione e preoccupazione eccessiva.
Infatti, anche quando si prendono in considerazione fattori legati allo stile di vita come il fumo, il peso e l’età, i tratti nevrotici sembrano essere associati a segni di invecchiamento del cuore”, aggiunge Steffen Petersen, professore di medicina cardiovascolare alla Queen Mary University di Londra.
Il professore sottolinea che il suo team ora cercherà di capire come queste personalità influenzano la funzione cardiaca e il rischio di malattie cardiache a lungo termine.
“Questo studio evidenzia la necessità che gli operatori sanitari siano consapevoli che i pazienti che potrebbero essere a rischio di patologie mentali possono beneficiare di un supporto per ridurre il rischio di sviluppare malattie cardiache.
Con la crescente frequenza delle diagnosi di salute mentale, speriamo che la ricerca futura esplori ulteriormente queste relazioni”, conclude il dottor James Leiper, vicedirettore medico della British Heart Foundation.
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