Esiste un mito secondo cui le banane dovrebbero essere evitate dalle persone con diabete. Il Dott. Adrian Copcea, medico primario di diabete, nutrizione e malattie metaboliche, ha spiegato quanto segue su questo argomento.
“Da dove viene questo mito di alcuni frutti da evitare nel diabete: dalla percentuale di zuccheri più alta in alcuni frutti rispetto ad altri. Tuttavia, questa percentuale non dovrebbe mai essere giudicata individualmente, perché la regola base nella dieta del diabete è si riferisce ai carboidrati giornalieri TOTALI, solo con ALCUNE precauzioni per alcuni tipi di assunzione di carboidrati che possono aumentare troppo e troppo improvvisamente la glicemia, e anche lì necessita di essere discusso in modo più dettagliato.
Ma, nel complesso, se abbiamo frutti dolci, con un contenuto vicino al 20% di carboidrati (la maggior parte dei quali sono zuccheri) rispetto a frutti meno dolci, con un contenuto vicino al 10% (cioè dei grammi totali del frutto, Il 10% fornisce glucosio, più precisamente è un mix glucosio/fruttosio che nell’organismo diventa glucosio), il confronto va fatto non secondo la tabella secca, che ne riporta il contenuto per 100 grammi, ma secondo il consumo effettivo.
Più precisamente:
200 grammi di frutta con il 20% di carboidrati equivalgono a 40 grammi netti di glucosio.
400 grammi di frutta con il 10% di carboidrati equivalgono a 40 grammi netti di glucosio.
Intendo la stessa cosa.
Cambiare 200 grammi di frutta dolce, ad esempio uva con il 20% di zucchero, con 400 grammi di mele, che contengono il 10% di zucchero, non è un progresso, è esattamente la stessa cosa.
ALCUNI DETTAGLI CHE COMPLICANO QUESTO CALCOLO:
Parallelamente al calcolo generale dei carboidrati bisogna fare il calcolo dei “carboidrati efficaci”, dei “carboidrati glicemici”, cioè tenere conto anche delle FIBRE.
Ed eccolo così:
• Alcuni frutti si mangiano CON LA BUCCIA, e questo è positivo dal punto di vista dei nutrienti (e fare attenzione dal punto di vista dei pesticidi), e la buccia contiene anche fibre.
• Alcuni frutti contengono fibre e se si toglie la buccia è esattamente il caso della banana.
• Alcuni frutti possono avere una percentuale assoluta del 10-15%, ad esempio i cocomeri, quindi sembrerebbero “buoni per il diabete”, ma di loro non mangiamo la buccia ma il torsolo, e questi frutti in realtà non sono superiori tutte le banane o l’uva come nutrienti, anche il contrario.
E allora che frutta scegliamo?
Qualunque di loro. Tenendo presente che un consumo totale giornaliero “adatta” a pesi minori di frutti molto dolci rispetto a quelli meno dolci, che possono essere consumati in peso DOPPIO rispetto a quelli dolci. Inoltre la dolcezza del frutto non è un dato da tabella ma tutto uno spettro, una banana da cruda a molto matura può variare dall’8% al 25-30% di carboidrati. Fortunatamente questo dato è “visibile” in qualcosa: nel gusto del frutto. Più dolce = maggiore contenuto di zucchero.
I frutti con i maggiori benefici dal punto di vista del diabete sono generalmente i più ricchi dal punto di vista nutrizionale, tra cui bacche, mele, pere, uva, banane, tra questi quelli con la buccia hanno anche i vantaggi aggiuntivi delle sostanze nutritive nella buccia. E la maggior parte dei nutrienti SONO esattamente nel guscio.
Per non dilungarci troppo: NO, l’uva e le banane non sono controindicate nel diabete, quello che bisogna fare è analizzare il loro peso TOTALE nella dieta TOTALE, nel totale dei carboidrati nella dieta,” spiega il dottor Adrian Copcea.
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